di Enrico Castelli – cooperante CISS in Etiopia

A tre mesi dall’inizio dell’anno è tempo di fare un primo bilancio. Si sono conclusi felicemente alcuni iter amministrativi che avevano bloccato in parte, o limitato, la nostra attività.

La variante al progetto presentata dal CISS a giugno 2009 al MAE è stata approvata dalla Cooperazione solo a febbraio 2010. Era essenziale che il progetto originario fosse adeguato alle rapide imprevedibili mutazioni del quadro economico-sociale che, in un paese in via di sviluppo assai rapido, cambiano sostanzialmente lo scenario entro il quale ci si trova ad operare.

La nuova legge sulle organizzazioni non governative, entrata in vigore da appena un anno ha imposto al CISS, come a tutte le altre ONG, la ri-registrazione della organizzazione, condizione necessaria per poter operare nel paese d’ora in avanti. Una lunga serie di documenti è stata richiesta e siamo riusciti ad effetuare in tempo tutti i passi richiesti, pertanto per i prossimi tre anni non dovremmo aver problemi burocratici. Ed il quadro entro il quale si lavora oggi è migliorato notevolmente: più della metà delle ONG operanti in Etiopia è stata costretta a chiudere l’attività; si tratta per la massima parte di quelle locali, vero obiettivo della legislazione voluta dal governo federale, che le aveva identificate come un attore politicamente incontrollabile. Per le ONG internazionali, già operanti in Etiopia, la nuova legislazione consente una maggiore fiducia nei rapporti con gli uffici governativi, e col tempo, speriamo, lo stabilirsi di un clima di cooperazione che, negli ultimi anni, si era incrinato in modo avvertibile.

Un team composto da rappresentanti di tutti gli uffici governativi, con i quali lavoriamo sotto la direzione del Bureau delle Finanze della Regione del Sud Etiopico, verranno a Konso per la Mid-Term Evaluation. Si tratta di un’importante scadenza, che ha visto lo staff del CISS impegnato a preparare con attenzione tutti i documenti, siano essi finanziari che verbali e visuali, per questo appuntamento decisivo nei rapporti con l’amministrazione pubblica regionale.

Su tale sfondo amministrativo, il CISS Etiopia ha continuato e approfondito le sue attività; quella che ci ha impegnato di più è stata la costruzione del Cultural Centre. In questi ultimi mesi siamo riusciti a terminare tre capanne (che costituiscono la zona espositiva vera e propria) sulle quattro previste; per la costruzione principale, con la chiusura del tetto oggi pomeriggio possiamo dire che siamo entrati nella fase di finitura; manca ancora molto ma la previsione di poter aprire il centro al pubblico per giugno mantiene la sua validità.

In questo periodo abbiamo cominciato a immaginare un possibile calendario per le attività culturali che saranno ospitate dal centro ed abbiamo preso contatti con la Fine Arts School di Addis Abeba, l’unica istituzione universitaria etiopica che abbia il livello di accademia. Stiamo studiando con loro l’ipotesi di invitare artisti dell’accademia per uno stage a Konso e costruire una mostra dei loro quadri come evento per l’inaugurazione del Centro Culturale.

Volgendo ora l’attenzione alle attività di capacity building, abbiamo realizzato a marzo 2010 un Mid-level manager training che, grazie alla scelta di due insegnanti di Addis Abeba con molta esperienza, ha avuto un notevole successo. Abbiamo coinvolto tutti gli uffici governativi con cui lavoriamo e, finito il corso, stiamo mantenendo il contatto con i partecipanti, proponendo loro di partecipare alla stesura di progetti, che riguardano i bisogni della popolazione, e che il CISS Etiopia si propone di sostenere.

In questo quadro abbiamo coinvolto tutti gli uffici governativi in un problema di primaria importanza per il Centro culturale: la sistemazione della strada. In realtà il vero problema, così come l’abbiamo posto noi, è quello del bacino idrico nel quale sia gli uffici governativi che il Centro culturale sono posti. Il centro essendo al di sotto degli uffici (e della Banca, della scuola, etc.) riceve una quantità di acqua e fango enorme e se non si lavora tutti assieme per sistemare il bacino idrico, non solo la strada viene regolarmente resa impraticabile, ma la stessa vita del Centro culturale viene e verrà messa a rischio dalla valanga di fango che ne destabilizza i confini. La riunione di lunedì scorso, la prima che siamo riusciti a realizzare con la presenza attiva di tutti i rappresentanti governtivi, si è conclusa con la creazione di un comitato che porterè avanti lo studio del problema nella prospettiva indicata dal CISS, comitato al quale è affidato dalla woreda il compito di trovare una soluzione praticabile e di immediata applicazione.