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Roma, 15 novembre 2010

Tagliato del 75% il fondo per il 5 per mille: ennesimo colpo al volontariato e alla solidarietà sociale

Con emendamento alla legge di Stabilità, è stato tagliato del 75% il fondo per il 5 per mille dell’Irpef che i cittadini potevano destinare al volontariato, alla ricerca e all’università.

Il Governo, prima non ha tenuto fede all’impegno di stabilizzare il fondo, poi, con un colpo di mano, lo ha addirittura ridotto a soli 100 milioni di Euro, che non copriranno neppure il 20% dei fondi che i cittadini destinano annualmente con le proprie firme.

Con questo provvedimento, che si aggiunge ai precedenti pesanti tagli al Servizio Civile Volontario, alla Cooperazione Internazionale, ai servizi sociali dei Comuni, si porta un colpo mortale al volontariato e alla solidarietà sociale, invocata in tempo di crisi a farsi carico sempre più delle carenze dei servizi statali alle categorie più deboli e ai nuovi poveri.

Chiediamo alle forze politiche di farsi carico con decisione di questo ulteriore spregio sociale, ai mezzi di comunicazione di dare la giusta evidenza a questo modo di procedere antisociale, a tutti i cittadini contribuenti a far sentire la propria voce.

Per il Cocis

Giancarlo Malavolti (Presidente)

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COCIS – Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo

00185 Roma – Via Merulana 272

Il COCIS è un coordinamento di 23 Ong impegnate per lo sviluppo equo e sostenibile dei popoli, per la pace e la realizzazione dei diritti fondamentali, per tutti.

Aderiscono al COCIS: ACS, Arcs – Arci Cultura e Sviluppo, Associazione Giovanni Secco Suardo, Centro Studi Pan, Cestas, Cic, Cies, CISS, Cospe, Cric, Disvi, Gus, Icei, Mais, Medina, N:EA, Nexus, Orlando, Peace Games, RC, Re.Te, Sviluppo 2000, Terra Nuova.

Roma, 09 novembre 2010

In nome dei diritti umani, si ascoltino i lavoratori immigrati di Brescia

Cocis, federazione di 23 Ong di cooperazione internazionale, esprime la piena solidarietà ai lavoratori immigrati di Brescia che protestano per la truffa della mancata sanatoria; sollecita i mezzi di informazione a dare il dovuto risalto alle ragioni di questa lotta, nel nome del rispetto dei diritti umani fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Carta delle Nazioni Unite; esprime preoccupazione per il silenzio e la mancanza di espressioni di solidarietà da parte di forze politiche e istituzioni locali e nazionali.

Chiede che governo e istituzioni diano risposte certe a questi lavoratori, al pari di qualsiasi altro cittadino, evitando ogni forma di repressione violenta di questa protesta.

Il Cocis fa appello al Presidente della Repubblica, perché solleciti anche in questa occasione il pieno rispetto dei diritti umani, risparmiando così al nostro paese un ulteriore degrado della propria credibilità internazionale.

Per il Cocis

Giancarlo Malavolti (Presidente)

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COCIS – Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo

Il COCIS è un coordinamento di 23 Ong impegnate per lo sviluppo equo e sostenibile dei popoli, per la pace e la realizzazione dei diritti fondamentali, per tutti.

Aderiscono al Cocis: ACS, Arcs – Arci Cultura e Sviluppo, Associazione Giovanni Secco Suardo, Centro Studi Pan, Cestas, Cic, Cies, Ciss, Cospe, Cric, Disvi, Gus, Icei, Mais, Medina, N:EA, Nexus, Orlando, Peace Games, RC, Re.Te, Sviluppo 2000, Terra Nuova.

di Piero Alfano, Palma Audino, Gloria Cipolla, Salvo Ciulla, Nino Rocca, Maria Patrizia Salatiello

Negli ultimi quindici anni si assiste a Kinshasa, in Congo, ad un drammatico fenomeno definito come “i bambini stregone”, fenomeno che si sta espandendo a macchia d’olio in altri paesi d’Africa. Stiamo parlando di bambini accusati di essere degli stregoni malvagi e di essere di conseguenza la causa di ogni male che accade in seno alla famiglia, casi di follia, cancri, attacchi cardiaci dei loro parenti o dei loro genitori, la perdita del lavoro, la morte di uno o più membri della famiglia, le infezioni di AIDS, vissuta come una malattia misteriosa di cui non si comprende la genesi.

Spesso tutti questi sospetti e queste accusano portano a violenti conflitti in seno alla famiglia del bambino sospettato, che viene picchiato severamente e in casi estremi ucciso dai membri della famiglia o dai vicini.

Sebbene tali forme di estrema violenza non siano la regola, molti di questi bambini sono comunque disconosciuti e ripudiati. Rimossi, privati di tutto, ma temuti dai più, i presunti bambini stregone (chiamati sheta, tsor o tshor dal francese sorcier, stregone) finiscono nella strada. Il loro numero sarebbe fra 30.000 e 50.000 a Kinshasa. Il CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud) è già da tempo impegnato in un progetto di recupero dei bambini di strada e s’è trovato di fronte anche questi piccoli.

Per una migliore prassi operativa, partendo dal presupposto che il recupero dell’infanzia richieda innanzitutto una piena comprensione dei fenomeni che sottendono le situazioni, il CISS ha costituito, ormai quasi due anni fa, un gruppo di ricerca che studi a fondo il fenomeno dei bambini stregone.

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