da Salvo Maraventano, Marco Mondino, Giovanna Messina e Marco Ranieri

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2007

Giornata di festa a Sebastiya: oggi è il Tawjihi il giorno in cui tutti i ragazzi palestinesi ottengono i risultati dei loro esami (una sorta del nostro esame di maturità).

L’agitazione si fa sentire fin dalla mattina, al centro il telefono squilla in continuazione e si attendono con ansia i risultati.

Intanto tra una tazza di the alla menta e un caffè allo zenzero ci prepariamo per uno nuovo spettacolino. Oggi verranno a trovarci al centro i ragazzi del Summer Camp di Fatah e un gruppo di bambini di Jerico venuti a visitare Sabastiya.

Ancora una volta, lasciando molto spazio all’improvvisazione, riusciamo a far sorridere e divertire i bambini. Il momento di maggior coinvolgimento è dato dal nostro trampoliere che attira l’attenzione dei più piccoli che fanno a gara per recuperare le clave cadute e restuirgliele… Tra un applauso e l’altro intanto arrivano i risultati degli esami: tutti i nostri aspiranti animatori hanno superato brillantemente la prova. In paese si festeggia con dolcetti, bibite e fuochi d’artificio.

Nel pomeriggio iniziamo la costruzione del nostro attrezzo principale con le lenticchie e le palline da tennis. In poco tempo è tutto pronto e la voglia di provare le nuove palline è tanta. Prima però iniziamo a chiacchierare sulla festa di venerdì e ognuno cerca di buttare giù qualche idea per rallegrare la serata. I ragazzi sembrano un pò timidi e taciturni ma cerchiamo di trasmettergli l’entusiasmo per credere nella buona riuscita dello spettacolo.

Nel tornare a casa ci troviamo a vivere un momento di tensione con i soldati israeliani che entrano in paese tra le provocazioni dei bambini armati soltanto dei loro fischi.

Vediamo quegli stessi occhi che fino a qualche momento prima esprimevano la normale felicità data dal gioco riempirsi di sadica allegria. I soldati raccolgono la provocazione e con la jeep corazzata si accostano al centro… in questo momento riusciamo a percepire, anche se soltanto lontanamente, l’assurda quotidianità che si vive da queste parti.
Rintanati nel centro attendiamo il ritorno alla “normalità”, mentre una sensazione di forte amarezza ci rimane dentro.

MERCOLEDÌ 8 AGOSTO 2007

La festa si avvicina e con gli animatori iniziamo a ideare cosa mettere in scena. I ragazzi hanno voglia di mostrare le loro capacità e insieme pensiamo una piccola coreografia da fare con le palline a ritmo di tabla. Si prova e si riprova, il lavoro è lungo ma la voglia e la grinta ci sono.

Il centro intanto continua ad accogliere i bambini che seduti a cerchio costruiscono le palline e si divertono a darci anche qualche lezione di arabo.
Ogni volta che usciamo dal centro sentiamo urlare i nostri nomi… pare che abbiamo messo sotto sopra un’intera comunità!

Tutta la giornata si divide fra prove e condivisione di idee, ma la parte migliore deve ancora arrivare. Al tramonto organizziamo nello splendido teatro romano una partitella di calcio con i ragazzi del corso di restauro. Tutti scendiamo in campo, due ragazze palestinesi si lasciano trasportare dall’atmosfera allegra e spensierata e iniziano a giocare con noi mettendo un attimo da parte le rigide regole sociali che le circondano. Ma ecco che appaiono i primi spettatori e allora le ragazze ritornano sugli spalti e trasformano la loro energia in un tifo appassionato e caloroso. Qualcuno tifa addirittura per noi, ma la partita finisce in parità fra mille risate e una piacevole stanchezza.

Dopo cena poi cominciano le lunghe chiacchierate: affrontiamo temi importanti e delicati, relazioni uomo-donna, omosessualità, religione. Ci mettiamo in discussione e argomentiamo le nostre diverse ragioni, ma le idee sono differenti e i punti di vista a tratti opposti.

Nonostante le forti differenze e le difficoltà linguistiche, tutti noi nutriamo un forte rispetto reciproco e questi momenti di confronto ci appaiono sempre più stimolanti.
Le riflessioni dentro sono tante, ma la sensazione è quella di esserci arricchiti, rafforzati e uniti.

GIOVEDÌ 9 AGOSTO

Giornata di transizione oggi… i ragazzi iniziano ad avvertire l’agitazione per lo spettacolo, ma questa li spinge a dedicarsi completamente alle prove. Il gruppo sembra davvero unito, ognuno assume un proprio ruolo e si impegna a giocare con le palline. Noi restiamo “dietro le quinte” e osserviamo compiaciuti come i ragazzi siano riusciti a mettere su uno spettacolino che li coinvolge e li fa sentire protagonisti.

Nel pomeriggio ci spostiamo a provare nel luogo dove si svolgerà la festa e viene fuori l’idea di unire alla giocoleria la dabka, la danza folkloristica tradizionale. Il risultato di questa unione è interessante perché ci immergiamo completamente nella realtà locale. All’inizio ci sentiamo goffi e impacciati, un pò come loro il primo giorno con le palline, ma lentamente impariamo i primi passi e vediamo nei loro occhi la soddisfazione di averci trasmesso un pezzo della loro cultura e della loro storia.

Ma la giornata a ritmo di dabka non finisce qui. In serata siamo invitati ad un matrimonio nel ristorante dove ogni sera ceniamo. Qui il matrimonio prevede due feste, una per la sposa con solo le donne (che spesso per questa occasione tolgono il nijab) e una per lo sposo con solo gli uomini. In una comunità piccola come Sebastiya alle feste partecipa quasi tutto il paese, anche perché le reti familiari sono solide e fondamentali per l’organizzazione sociale.
La festa per gli uomini si basa tutta sulla danza tradizionale e sembra quasi di assistere ad un rito dove partecipano tutti, dai più piccoli agli anziani. Niente donne e niente alcool, solo uomini che ballano tutta la sera sorseggiando una bevanda dolcissima all’uva.

Tutti attorno ad un cerchio iniziano a battere le mani ed i piedi, tenendo il ritmo di una musica che si fa ripetitiva e inebriante. L’adrenalina cresce e il coinvolgimento si fa sempre più forte: oltre alle mani e ai piedi il ritmo comincia a contagiare tutto il corpo.
Si salta e si continua a stare vicini, il divertimento cresce e il rito continua…

VENERDÌ 10 AGOSTO 2007

Siamo giunti alla giornata finale del nostro workshop. Dopo giorni di prove e di lunghe discussioni per l’organizzazione, nel pomeriggio finalmente si darà il via alla festa. Prima però siamo invitati a pranzo a casa del sindaco insieme ai ragazzi del corso di restauro, agli animatori e al nostro cooperante. La tavolata è enorme e il cibo abbonda (hanno preparato ben 18 kg di riso!), ci sediamo a terra gustando diversi piatti tradizionali. Avvertiamo un forte senso di appartenenza alla comunità e lo stesso sindaco sembra commosso quando ci ringrazia chiedendoci di ritornare presto.

Nel frattempo continuano i preparativi per la festa. Lo spazio antistante la moschea si trasforma in un palcoscenico e si riempie di sedie e gente curiosa. Sono presenti alcune autorità locali, ma soprattutto tanti giovani con le loro famiglie. Inoltre le ragazze del corso di restauro ci aiutano a colorare l’atmosfera e si divertono dipingendo i visi dei bambini.

Durante la festa, alle nostre esibizioni di giocoleria si alternano diversi momenti, alcuni dedicati allo sport, altri al canto ed infine alla dabka.

Gli animatori giocano con passione durante lo show cercando di mettere da parte l’emozione. Il momento più bello è quello finale quando attorno al nostro trampoliere il gruppo gioca unito in cerchio, scatenando l’entusiasmo e l’allegria dei più piccoli che si divertono a restituire le clave o le palline cadute per terra.

A fine festa dedichiamo alla comunità un video con una selezione delle foto scattate durante la settimana di workshop. È un nostro modo per ringraziare tutti quanti per la loro disponibilità e gentilezza, cercando di ripercorrere i momenti più significativi di questa prima esperienza.

Alla fine gli applausi non mancano e leggiamo negli occhi dei ragazzi la soddisfazione per il lavoro svolto, nonché la speranza di poter proseguire in futuro questo percorso.

Grazie Sebastiya!

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