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da Giovanni Vinti

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Quando si parla di Haiti, nell’immaginario collettivo balena spesso ingenuamente l’idea di un luogo caribico dove venir accolti con collane di fiori di fronte a un mare limpido sotto un sole cocente. A volte torna alla mente il disastroso terremoto, seguito da un’epidemia di colera, che nel 2010 ha causato oltre 200mila vittime (pari a circa il 2% della popolazione totale, che si aggira intorno ai 12 milioni di abitanti). In realtà la storia di Haiti è ben più complessa, anche se simile a quella di tanti altri Paesi poveri, e le sue difficoltà hanno radici ben più antiche..

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CISS vi invita a

UN PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE AD HAITI

Azioni per il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie nella città di Ouanaminthe.

Venerdì 29 maggio, ore 15:00 Aula G. Capitò (ed.7) Scuola Politecnica Università degli Studi di Palermo Viale delle Scienze

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di Giovanni Vinti, neolaureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso l’Università di Palermo

Il tema dell’acqua continua ad essere attuale e delicato, di fondamentale importanza per la vita e lo sviluppo umano. Infatti secondo le Nazioni Unite la distribuzione di acqua pulita, lo smaltimento delle acque reflue e la fornitura di impianti igienico-sanitari sono tre elementi cardine per il progresso umano.
Ma la carenza idrica e la diffusione di malattie trasmesse dalle acque contaminate sono fenomeni ancora oggi diffusi in modo allarmante in molte parti del mondo, soprattutto nei Paesi a Basso Reddito, dove più evidenti sono le contraddizioni della nostra società globalizzata.

E’ questa la ragione per cui, grazie all’input ricevuto dal CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud) di Palermo, la mia tesi di laurea* si è concentrata sul tema della gestione delle risorse idriche in una delle aree geopoliticamente più “calde” del pianeta, la Striscia di Gaza, in Palestina. Qui, nonostante l’alternarsi di periodi di guerra a bassa intensità a veri e propri conflitti, la gente continua a vivere (e morire) spesso in condizioni inimmaginabili.
Bisogna ammettere che pensare al trattamento delle acque in luoghi dove le priorità tornano ad essere periodicamente altre, può apparire come una chimera; in realtà l’acqua in quanto bene primario per eccellenza va salvaguardato e, a maggior ragione in questi scenari, dove poche appaiono le certezze, bisogna cercare di prevenire l’insorgere anche di crisi igienico-sanitarie e legate alla carenza idrica.

Nella Striscia di Gaza, come è stato approfondito nel corso della tesi, l’unica fonte idrica convenzionale (la Falda Costiera) è vicina al collasso sia dal punto di vista quantitativo (a causa di uno sfruttamento interno eccessivo e sregolato, ma anche per via del cordolo di pozzi profondi israeliani lungo il confine, la falda va abbassandosi sempre più), che qualitativo (come conseguenza dell’abbassamento della falda l’intrusione del cuneo salino va infatti divenendo sempre più rilevante e, insieme alle molteplici forme di inquinamento di origine antropica, contribuisce a rendere la qualità delle acque quasi ovunque inferiore agli standard per uso potabile stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS).
Non deve sorprendere quindi se oltre il 90% delle acque distribuite all’interno della Striscia di Gaza, essendo per la maggior provenienti dalla Falda Costiera, sia inquinata e inadatta al consumo umano secondo i citati standard dell’OMS (sia per l’eccessiva salinità, che per l’alto contenuto di diverse sostanze inquinanti).

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di Stefania Martello – tirocinante e volontaria CISS

Nell’ambito di una ricerca relativa alla situazione idrica nella Striscia di Gaza, ho avuto modo di approfondire la questione acqua nei Territori Palestinesi occupati e di coglierne gli aspetti critici nel quadro del conflitto israelo-palestinese.

Assetati di giustizia. Questo il corrispettivo italiano per “Thirsting for justice”, la campagna lanciata da EWASH, una coalizione di 30 organizzazioni umanitarie. L’obiettivo è quello di mobilitare i cittadini europei per chiedere ai loro rispettivi governi di fare pressione affinché Israele cambi le sue politiche ingiuste e vengano rispettati i diritti fondamentali dei palestinesi. Leggi il seguito di questo post »

Acqua è tuttoImmagini e parole dalla regione sud occidentale del paese.

di Claudia Cassina – CISS Palermo

La mancanza di acqua potabile e per l’uso domestico nella Southern Nations, Nationalities and People’s Region (SNNPR) – regione sud occidentale del paese – è uno dei problemi principali per la popolazione locale. L’accesso a fonti d’acqua sicure è una vera e propria emergenza nella maggior parte della scuole e nei presidi sanitari dei due distretti Konso e Wondogenet.

Obiettivo del progetto “Mitigazione e prevenzione del rischio di siccità nella Southern Nations, Nationalities and People’s Region (SNNPR)”, realizzato dal CISS in collaborazione con Progetto Continenti e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri, è stato quello di migliorare l’accesso all’acqua nei villaggi dei due distretti Konso e Wondogenet, attraverso la costruzione di sistemi di raccolta di acqua piovana.

L’e-book ‘Acqua è tutto’ racconta, attraverso splendide fotografie e descrizioni accurate, le opere idriche costruite nelle scuole e nei presidi sanitari e gli incontri di formazione per la gente locale; descrive le conseguenze di quando l’acqua e l’igiene scarseggiano, di quando l’acqua è lontana, ricordando i numeri dell’acqua nel Mondo e in particolare in Africa, quali sono i benefici per la salute, l’alimentazione, l’economia familiare e l’educazione quando le comunità locali ricevono acqua sicura e pulita e migliorano le proprie condizioni igienico-sanitarie. Leggi il seguito di questo post »

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.

Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.

Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.

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di Pasqua de Candia – CISS Bari

Purtroppo il Consiglio Comunale di Molfetta ha bocciato l’ordine del giorno per la modifica dello Statuto cittadino per dichiarare l’Acqua bene comune e i servizi idrici servizi privi di rilevanza economica..

Un pò ce lo aspettavamo ma tanta è la delusione e un po’ la rabbia visto che hanno liquidato la nostra richiesta come “puramente ideologica” e hanno detto che per i servizi idrici sono favorevoli assolutamente alla privatizzazione…

Però non ci fermiamo e speriamo che la gente si faccia sentire visto che in tanti hanno firmato per la campagna per la presentazione dei referendum.. quindi continuiamo!

Di seguito il nostro comunicato stampa!

Con la preghiera di massima diffusione

COMUNICATO STAMPA E LETTERA AI CITTADINI MOLFETTESI

Molfetta, 29 ottobre 2010

A MOLFETTA, PURTROPPO, L’ACQUA E’ UNA MERCE, E NON SI DISCUTE!

Il Consiglio Comunale di Molfetta, nella seduta del 22 ottobre 2010, ha bocciato con i voti della maggioranza la mozione “Acqua Bene Comune” presentata da un consigliere di minoranza nel dicembre 2009 e in seguito sostenuta con una richiesta e lettera inviata a Sindaco e Consiglieri dal “Comitato cittadino per i tre referendum per l’acqua pubblica” costituitosi agli inizi d’aprile.

Oggetto della mozione era la richiesta di inserire nello Statuto comunale «la volontà di riconoscere il diritto umano all’acqua, quindi di riconoscere lo status di acqua come bene comune pubblico e il servizio integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica».

In maniera incredibile tutto è stato liquidato come “cosa da socialdemocratici” e “tema affrontato su un terreno squisitamente ideologico che non tiene conto della realtà”! Leggi il seguito di questo post »

di Maria Giovanna Mulè – Servizio Volontariato Europeo

Attraverso il progetto “Youh for water in Minas Novas” (Regione Minas Gerais – Brasile), finanziato dall’Unione Europea e realizzato dal CISS in partenariato con l’Associação Comunitaria de Promoção e Incentivo aos grupos de produção alternativa de Minas Novas (ASCOPI), ho realizzato tante e differenti attività, divisibili in due gruppi.

ATTIVITÁ DI SENSIBILIZZAZIONE:

• una tappa dell’evento interculturale “Bonbajel Turr Brasil: per il sostegno alle culture originarie” presso l’Istituto Salesiano Don Bosco di Minas Novas. (Il primo “Bonbajel Turr” fu realizzato in Europa dal 5 novembre 2008 al 30 gennaio 2009, in città come Milano, Torino, Barcellona, Parigi e Bruxelles. Il progetto cerca di divulgare la conoscenza, dentro e fuori del Messico, della cultura Maya, basata sul rispetto della natura, delle risorse naturali e sull’importanza di elementi vitali come l’acqua. Bonbajel Turr Brasil 2009 è stato organizzato dal 2 ottobre al 26 novembre di 2009 in Brasile a Salvador de Bahia, Minas Novas, Três de Maio e Rio de Janeiro). Attraverso la pittura Maya del pittore Antun Kojton Lan, si è cercato di sensibilizzare la popolazione sul tema dell’ambiente, dell’uso sostenibile delle risorse umane e più in generale sul rapporto diretto esistente tra l’uomo e la natura. Si è svolta una conferenza di presentazione dell’evento, è stata allestita la mostra “Ox lajuneb sjalabil ch’ulelal” (Le tredici tele di spirito), si sono succeduti workshop di pittura e la realizzazione di un murales, coinvolgendo oltre cento bambini. Per tale evento, è stato prodotto del materiale di sensibilizzazione sul volontariato, sui bioma esistenti in Brasile e sulla pittura Maya.

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di María Gastón, consulente idraulico nell’ambito del progetto CISS “Rafforzamento delle capacità di intervento delle organizzazioni di base per la preservazione degli ecosistemi delle oasi in Marocco”

Giovedì 8 luglio, presso la scuola primaria del Douar Tiggane, appartenente al Comune d’Addis, si è svolta la Gincana ambientale, una giornata di sensibilizzazione per la tutela dell’ambiente per stimolare l’attenzione dei cittadini del Douar, soprattutto i bambini tra 6 e 13 anni e i loro professori, su questa importante tematica. In particolare, si é discusso sull’ecosistema delle oasi, flora e fauna, e sull’uso e destino della spazzatura che generiamo ogni giorno. Questo evento, organizzato dal team CISS-Tata, ha previsto la realizzazione di varie attività e giochi ecologici ovvero eco-giochi. Un insieme di formazione ambientale e giochi dinamici animati dai clown locali grazie alla partecipazione di 2 animatori dell’Associazione partner tataoui ACCJ – Cent pour cent Jeunesse.

In occasione dell’inaugurazione della appena riabilitata khettara Ain Ait Oiazan nello stesso Douar, si é deciso di fare una giornata di valorizzazione di quest’opera idrica appartenente al patrimonio culturale tataoui, attraverso la sensibilizzazione e la valorizzazione ambientale sia dei più piccoli del Douar che dei giovani e degli adulti, grazie ai corsi sulle risorse idriche che saranno realizzati nei prossimi mesi di ottobre e novembre.

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di Maria Gaston Betran – consulente idraulico nell’ambito del progetto CISS “Rafforzamento delle capacità di intervento delle organizzazioni di base per la preservazione degli ecosistemi delle oasi in Marocco”

Durante i mese di maggio e giugno ho accompagnato le opere di riabilitazione della khettara Ain Ait Oiazan nel douar Tiggane appartenente all’oasi di Addis, cominciate il 28 aprile 2010. Come già descritto nel rapporto precedente, la riabilitazione di quest’opera appartenente al patrimonio culturale ancestrale tataoui, con più di 424 anni di età, copre le seguenti operazioni:

– pulizia e cura del canale principale o galleria (450 m)

– riprofilatura e correzione delle pendenze

– rifarcimento dei tronchi ammalorati o distrutti (52)

– ricostruzione in cemento armato di pozzi d’areazione (25).

È stato realizzato la maggior parte del lavoro, rimangono da ricostruire soltanto 5 pozzi e la pulizia dei ultimi 30 m del canale principale. Il risultato ottenuto finora é molto soddisfacente, anche per la popolazione locale che ha manifestato un grande entusiasmo per i risultati raggiunti e l’efficienza dei lavori per il veloce miglioramento della quantità di acqua disponibile per l’irrigazione delle loro colture.

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