sdc10888da Marco Mondino

La stazione degli autobus di Ramallah è sempre piena di gente, i pullman gialli sono posteggiati uno accanto all’altro, quando arrivi, qualcuno ti chiede subito dove devi andare e ti indica la vettura da prendere, quando tutti i posti sono occupati, si parte.

Questa mattina vado verso Hebron, c’ero già stato due anni fa, con altri tre volontari italiani del Ciss per un progetto di animazione giovanile, adesso vado a ritrovare alcuni ragazzi palestinesi con cui ho lavorato.

Per tutto il tragitto parlo con un ragazzo di Qualqilya, sta andando a Hebron per un colloquio di lavoro, è un po’ agitato non conosce bene la città e chiede in continuazione all’autista informazioni, capita spesso in questi viaggi in pullman di conoscere qualcuno con cui parlare e con cui scambiarsi punti di vista e storie.

Arrivato a Hebron incontro Haytham, uno dei ragazzi che lavora nel centro giovanile e poi ci raggiunge anche Ahmad, beviamo un tè alla menta, mangiamo un piatto di hummus e ricordiamo insieme l’esperienza di due anni prima, il lavoro nel centro, lo spettacolo finale di giocoleria e le serate passate nei locali a bere dei cocktail alla frutta e a fumare il narghilè.

Poi parliamo della situazione di Hebron e basta fare un giro nella città vecchia per rendersi conto di come la presenza dei coloni Israeliani renda impossibile la vita ai cittadini palestinesi.

Hebron dal 1997 è divisa in due parti: la zona H1 che comprende l’80% dei territori è sotto il controllo palestinese, la zona H2 che include il restante 20% dei territori è sotto l’autorità Israeliana. Nella zona H1 vivono 130000 palestinesi, nella zona H2 ,che include la città vecchia, vivono circa 35.000 palestinesi e circa 600 coloni ebrei, ad essi si aggiunge un numero altissimo di soldati israeliani che controllano la situazione.

Nella città vecchia si trova la tomba dei patriarchi, luogo sacro sia per gli ebrei che per i musulmani.

Insieme a Ahmad faccio un giro nella città vecchia, che anno dopo anno perde sempre di più la sua vitalità, molti negozi sono chiusi e i turisti pochissimi, l’aggressività dei coloni israeliani e la presenza dei checkpoint all’interno della città causano molti problemi agli abitanti.

Ahmad mi descrive ogni cosa e mi fa notare tutte le porte chiuse di molti edifici, prima erano dei locali commerciali adesso non c’è più nulla, un’immensa area che una volta era destinata al mercato del venerdì oggi è solo un deserto di polvere dove vengono posteggiate le macchine dei coloni e le vetture dell’esercito.

“Questa strada la possono percorrere solo i coloni, io non posso metterci piede altrimenti i soldati vengono subito, tu se vuoi puoi andarci”, mi dice Ahmad. Qua non c’è nessun muro di separazione, i palestinesi sanno bene dove possono andare e dove no, quale strada possono prendere e quale no, i coloni sono molto aggressivi ed è meglio non correre il rischio di aver lanciato qualche oggetto addosso. Molte strade della città vecchia sono coperte da una rete, perché gli Israeliani che abitano ai piani più alti tirano la spazzatura ai palestinesi che passano sotto le loro finestre.

I fatti di cronaca qua sono all’ordine del giorno, solo una settimana fa i coloni hanno attaccato un’ambulanza della mezzaluna rossa che trasportava un paziente palestinese dall’ospedale verso casa. L’ambulanza non è riuscita ad arrivare nella casa del paziente ,che si trovava vicino a un insediamento ebraico, ed è dovuta tornare indietro, adesso si attende l’autorizzazione da parte dell’esercito per riportare il paziente nella sua abitazione. Mentre cammino mi ferma un ragazzo che vende dei souvenir, non è facile trovare stranieri in giro in questa città, spesso vengono organizzati dei tour da associazioni di attivisti israeliani o internazionali che mostrano la situazione all’interno della città vecchia e scortano i turisti fino ai luoghi sacri presenti nella città. I commercianti quando vedono uno straniero cercano subito di vendergli qualcosa, alla fine dopo aver contrattato un po’ acquisto il portachiavi di Handala.

Saluto i ragazzi e ancora una volta aspetto che tutti i posti del pullman sono pieni, poi si va in direzione Ramallah e per fortuna nella strada del ritorno oggi non ci sono problemi con i checkpoint.