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da Adele Tibaldeschi – Ciss Guatemala
Domenica 11 e lunedì 12 settembre sono stati giorni di elezioni in Guatemala.
Il clima pre-voto è stato piuttosto teso con massiccio intervento di esercito e polizia per eliminare i blocchi stradali e ridurre il rischio, minacciato ma poi non trasformatosi in fatti, di impedire l’accesso ai seggi come protesta estrema in opposizione alla decisione definitiva del TSE (Tribunale Supremo Elettorale) di rifiuto dell’iscrizione della candidata presidenziale della UNE, partito social-democratico al governo dal 2008.
Le due giornate di votazione sono trascorse in un clima generalmente rilassato, solo in alcuni Dipartimenti (El Quichè, Chimaltenango, Escuintla) ci sono state sommosse popolari con assalti, saccheggi e distruzione degli uffici comunali per inconformità con la rielezione di sindaci plurimandatari, sospettati di broglio, ed un caso di sequestro di un gruppo di scrutatori all’interno del seggio per le stesse ragioni, situazioni che si sono risolte nel giro di qualche ora.
Foto: James Rodriguez – http://www.mimundo.org
da Adele Tibaldeschi – Ciss Guatemala
Domenica 10 luglio è deceduto Alfonso Bauer Paiz, avvocato ed attivista politico guatemalteco che aveva ricoperto numerosi incarichi, tra cui quello di Ministro dell’Economia e del Lavoro, durante i governi rivoluzionari di Arbenz e Arèvalo (1944-1954). A lui si devono l’approvazione del Codice del Lavoro (1947) e l’istituzione del Tribunale del lavoro in Guatemala.
Grande impulsore della Riforma Agraria, difensore dei diritti della classe operaia e contadina, Alfonso Bauer Paiz partecipò alle rivoluzioni in Nicaragua, Cuba, Cile e Guatemala. Ci ricordiamo di lui sempre in testa alla Marcia della Memoria (che si celebra ogni anno il 30 di giugno in antitesi alla Festa Nazionale dell’Esercito) reclamando giustizia per le vittime del conflitto armato e chiedendo castigo per i militari colpevoli del genocidio.
Questo martedì Don Ponchito, come era conosciuto ai più, è stato accompagnato da centinaia di persone con in mano un garofano rosso nell’ultima passeggiata per le strade del centro storico di Città del Guatemala.
Il Guatemala lo ricorda come uomo imprescindibile, citando una famosa frase di Bertold Brecht: “Ci sono uomini che lottano un giorno e sono buoni. Ci sono uomini che lottano un anno e sono migliori. Ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora meglio. Ma ci sono quelli che lottano tutta una vita: sono gli imprescindibili.”
di Cristiana Dell’Aira – consulente CISS in Guatemala
La storia recente del Guatemala è segnata da una delle più lunghe e sanguinose guerre civili dell’America latina, terminata nel 1996 con un accordo di pace. Più di 200.000 morti, 45.000 scomparsi e 5.000 donne violentate, questo è il saldo di 36 anni di guerra. Un gigantesco archivio di polizia scoperto pochi anni fa getta nuova luce sugli orrori di quegli anni. I documenti sono conservati in forma digitale a Berna.
Già tre anni dopo la firma dell’accordo, la commissione nazionale incaricata di indagare le violazioni dei diritti umani nel paese centro-americano si era lamentata del fatto che le autorità civili e militari del paese ostacolassero le ricerche sui crimini commessi durante il conflitto armato, non permettendo l’accesso a documenti rilevanti. Da questo punto di vista, la situazione è cambiata repentinamente nel luglio del 2005, quando collaboratori della Procura guatemalteca per i diritti umani hanno rinvenuto in un vecchio deposito di munizioni, un enorme archivio che custodisce atti della polizia del Guatemala degli ultimi 120 anni. La scoperta dell’archivio di polizia ha fornito alle autorità inquirenti uno strumento di grande importanza per far luce sui crimini contro l’umanità avvenuti in Guatemala.
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